Il Regolamento sul CBAM è legge. Ne avevamo già parlato in un precedente articolo, pubblicato in occasione dell’accordo tra i membri del Consiglio e del Parlamento Europeo sulla necessità di adottare delle misure per arginare il Dumping Ambientale. Il Regolamento sul CBAM, lo ricordiamo, parte dalla necessità di imporre una tassa sui beni industriali importati da Paesi Terzi sul mercato comunitario che, per la loro produzione, generano un notevole volume di emissioni.

Ora, le nuove regole troveranno piena applicazione a partire dal 1° ottobre di quest’anno. Ecco cosa prevedono e quali sono i soggetti interessati direttamente. 

CBAM: le nuove regole che riguardano il Dumping Ambientale

Il CBAM, letteralmente Carbon Border Adjustment Mechanism è il regolamento europeo finalizzato a impedire che le merci importate da Paesi extra-UE abbiano un vantaggio competitivo, dovuto all’assenza di costi legati alla carbonizzazione. 

Il Regolamento è parte integrante del programma “Fit for 55”, che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030. 

Il CBAM mette in atto un meccanismo di compensazione delle emissioni di carbonio generate dalla produzione di determinate merci fuori UE, attraverso l’acquisto di Certificati rappresentativi delle emissioni di CO2. 

Ma quali merci saranno interessate da questa nuova regolamentazione?

Naturalmente, quelle a più elevato impatto ambientale, come, ad esempio, i prodotti in cemento, ferro, acciaio e alluminio, i fertilizzanti e l’energia elettrica. L’elenco dei prodotti è soggetto a possibili ampliamenti che, entro il 2030, arriveranno a includere anche tutti i prodotti già assoggettati alla normativa ETS. 

Da quando saranno operative le misure?

Il provvedimento sarà attuato in due fasi distinte. 

La prima inizierà a partire dal 1° ottobre 2023 e sarà una fase transitoria, durante la quale gli importatori di merce saranno tenuti a presentare solo una rendicontazione trimestrale, in cui saranno specificate: la quantità totale di ciascun tipo di merce importata nel periodo di riferimento, le emissioni collegate, gli eventuali costi sostenuti nel Paese di origine in relazione a queste emissioni. La veridicità delle dichiarazioni sarà poi verificata dalla Commissione. 

La seconda fase, invece, inizierà a partire dal 1° gennaio 2026, data in cui il Regolamento sarà pienamente operativo e le importazioni di merci CBAM nell’UE potranno essere effettuate solamente dai soggetti “dichiaranti CBAM”, che dovranno: calcolare la quantità di CO2 presente nelle merci importate, acquistare i certificati a compensazione delle emissioni e garantire che, al termine di ogni trimestre, il numero di certificati posseduti copra almeno l’80% delle emissioni incorporate in tutte le merci CBAM importate dall’inizio dell’anno solare.

I certificati dovranno essere restituiti entro il 31 maggio di ogni anno solare. Entro tale data, infatti, sarà presentata una dichiarazione annuale CBAM, attestante la quantità totale delle merci importate nell’anno solare precedente, le emissioni totali collegate, il numero totale di certificati restituiti e copia della verifica delle emissioni rilasciata da un organismo accreditato.

Per ottenere lo status di dichiarante CBAM, ciascun importatore (o il suo rappresentante doganale indiretto) dovrà inviare una richiesta all’autorità competente dello Stato di appartenenza che provvederà, o meno, a iscriverlo nell’apposito registro. 

Grazie a personale specializzato e costantemente formato, Marfreight offre da sempre ai suoi clienti assistenza completa nelle operazioni di trasferimento internazionale di carichi, via terra, via mare e via aerea. In questi mesi, i nostri uffici stanno lavorando per garantire che i servizi offerti siano sempre conformi alle normative internazionali. Anche e soprattutto in vista degli adeguamenti collegati al regolamento CBAM. 

Per maggiori informazioni, potete contattarci qui, saremo felici di chiarire i vostri dubbi. 

Dopo l’apertura delle due sedi Marfreight a Salerno e a Milano, la nostra azienda completa il suo progetto di sviluppo sul territorio  per questo 2023, con l’apertura di un nuovo ufficio commerciale e operativo a Genova, punto nevralgico dei trasporti via mare. 

Come per gli altri punti presenti sul territorio, la sede di Genova risulta essere una scelta strategica strettamente correlata all’elevata attività commerciale del porto e alla posizione della città, che la collega in maniera veloce alle principali destinazioni commerciali, italiane ed Europee.

La sede di Genova, così come la nostra sede di Salerno, offrirà supporto territoriale allo sviluppo delle attività della nostra azienda nel settore Doganale e dei Sanitari, grazie a personale specializzato con alle spalle anni di esperienza e contatti diretti con i principali vettori che operano in loco. 

Presenti a Genova con un team competente e radicato

L’aggiunta di Genova alle sedi Marfreight rappresenta un passo decisivo e significativo per la crescita della nostra azienda, che siamo certi ci consentirà di offrire un servizio di gestione delle spedizioni ancora più efficiente e veloce. 

La nostra presenza nel capoluogo ligure, infatti, ci permetterà di rafforzare le relazioni con i nostri partner e di stabilire nuove importanti collaborazioni, che apriranno la strada a soluzioni logistiche integrate calibrate per le esigenze dei nostri clienti. Non solo: ci consentirà di seguire da vicino le delicate operazioni di movimentazione delle merci. 

Anche il servizio di consulenza doganale non potrà che beneficiare della presenza di team esperto in logo. Potremo garantire fisicamente un servizio di assistenza completo e personalizzato, specialmente nelle fasi critiche dello sdoganamento o dei controlli doganali durante i quali, coadiuvando le operazioni del personale preposto dalle autorità, ci poniamo a garanzia degli interessi dei nostri clienti, assicurandoci che la merce venga sigillata nel modo corretto per tutelarne l’integrità e la conservazione durante tutto il resto della spedizione. 

Capillari sul territorio, vicini ai nostri clienti

Con Genova, Marfreight assicura la sua presenza in tutte le aree maggiormente strategiche dello stivale: Napoli, Salerno, Bari, Milano e, appunto, Genova. 

Salerno, Napoli e Bari offrono una copertura importante per lo sviluppo dei business delle aziende meridionali. Milano e Genova, invece, grazie alla loro vicinanza al polo industriale e a un’offerta infrastrutturale integrata ci consentono di garantire un’offerta commerciale ancora più completa. 

Le sedi Marfreight continuano a crescere: dal primo maggio è ufficialmente operativa la nostra sede di Milano Segrate. 

Una scelta strategica per i nostri servizi relativi ai trasporti marittimi e aerei, che ci vede presenti in uno dei punti nevralgici della logistica Internazionale. 

Sedi Marfreight: la scelta dietro l’apertura della sede di Milano

Milano rappresenta il cuore della vita economica. Un punto strategico per la logistica internazionale. 

Per poter offrire un servizio al passo con un commercio internazionale ricco di sfide, le aziende che operano nel campo delle spedizioni devono poter far affidamento su una rete solida e ben connessa. Questo si traduce non solo in rapporti consolidati con i principali vettori, ma anche e soprattutto con una presenza attiva sul territorio. 

Milano si distingue come una delle città più vive per il commercio e la logistica.

Geograficamente, infatti, Milano gode di una posizione vantaggiosa, che la pone in prossimità dei principali mercati internazionali. La sua vicinanza ai porti del Mediterraneo, alle principali reti autostradali e ferroviarie, infatti, la rende un hub logistico naturale. 

Una posizione ideale per coordinare le spedizioni in tutto il mondo. L’aeroporto di Milano-Malpensa, infatti, è uno dei più importanti scali cargo in Europa. 

La nostra presenza anche a Milano ci garantisce, quindi, la possibilità di strutturare soluzioni logistiche personalizzate, che offrono ai nostri clienti partner un vantaggio competitivo significativo.

Un’azienda che cresce e guarda lontano

L’apertura di questa nuova sede, dopo quella di Salerno, conferma ancora una volta il percorso della nostra azienda, un percorso di crescita costante, fatto di scelte attuate per offrire sempre il servizio migliore, in termini di velocità efficienza e affidabilità. Sfruttare le risorse offerte da questa città pulsante significa accedere a una vasta rete di opportunità commerciali, ottimizzare le operazioni logistiche e, per noi, fornire servizi di altissima qualità.I am text block. Click edit button to change this text. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.

La nostra nuova sede Marfreight di Salerno è finalmente operativa. 

Dal primo di aprile, la nostra Casa di Spedizioni è presente anche a Salerno, posizione strategica per il trasporto marittimo. 

La sede di Salerno offrirà supporto territoriale allo sviluppo delle attività della nostra azienda, nel settore Doganale e dei Sanitari, con personale specializzato che ha alle spalle anni di esperienza e contatti diretti sul territorio. 

Questo ci consentirà di offrire ai nostri clienti servizi ancora più flessibili, veloci e affidabili, e di costruire soluzioni personalizzate per ogni tipologia di merce.

Si tratta di una scelta strategica, operata per seguire ancora più da vicino i carichi che ci vengono affidati: la presenza sul territorio di Marfreight è infatti garanzia di sicurezza sul trasporto e di tutela nei confronti dei nostri clienti, anche e soprattutto durante le delicate operazioni di controllo doganale.

L’apertura di questa nuova sede rappresenta un ulteriore tassello nella crescita della nostra azienda che, seppur relativamente giovane, si sta facendo strada tra i principali forwarder internazionali, consolidando la sua presenza a livello nazionale, con uffici diretti e personale operativo specializzato.

La nuova sede di Salerno, infatti, si aggiunge alla sede principale di Marfreight, collocata a Napoli, e alla sede operativa presente a Bari, quest’ultima diventata ormai una realtà importante nel settore del trasporto marittimo/aereo dell’area pugliese. 

Essere vicini alle aziende è per noi un vantaggio irrinunciabile, perché ci permette di garantire, oggi come ieri, un servizio all’altezza delle aspettative dei nostri clienti, un servizio che svolgiamo ogni giorno con passione e dedizione.

Spedizioni italiane e inflazione, qual è la situazione? Uno sguardo di insieme lo ha fornito l’ultimo Fedespedi Economic Outlook, pubblicato lo scorso marzo. 

Secondo il report, le incertezze economiche legate alla guerra in Ucraina potrebbero estendere i loro effetti anche in questo 2023. 

In particolare, in merito alle spedizioni italiane, preoccupa l’aumento dell’inflazione

L’aumento dell’inflazione che preoccupa le spedizioni italiane

Il report mostra come, nonostante i vari fattori di crisi, il 2022 sia stato un anno meno negativo del previsto, anche grazie alle adeguate contromisure prese attraverso le politiche di sostegno alle imprese. 

Le previsioni per il 2023, però, si mostrano ancora prudenti, anche a causa della persistente instabilità della situazione geopolitica mondiale e delle spinte inflazionistiche che hanno portato a un conseguente rialzo dei tassi. 

Nel mese di gennaio, infatti, i prezzi al consumo hanno registrato un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 10,1% rispetto a gennaio 2022, una crescita legata principalmente ai costi dei beni energetici. 

Un’interessante considerazione deve essere fatta anche in merito all’andamento altalenante dell’ecommerce che, nel 2022, a picchi negativi ha visto affiancarsi dei periodi di exploit. 

Lo stato delle catene logistiche globali viene mostrato, invece, dal Global Supply Chain Pressure Index (GSCPI), pubblicato dalla Federal Reserve Bank di New York, che mostra una moderata flessione a gennaio 2023. 

Qual è invece la situazione del traffico container nei porti italiani?

Secondo le prime stime, nel 2022, dovrebbe aver registrato un aumento del 2,4% rispetto all’anno precedente, attestandosi intorno agli 11,5 Mio.Teu. L’incremento ha riguardato un po’ tutti i porti maggiori, in particolar modo i porti di Savona e Ravenna. Un trend che, però, non ha interessato porti come quello di Genova, La Spezia e Salerno, che hanno mostrato, invece, un leggero calo. 

La crescita ha toccato anche i porti di transhipment, come Gioia Tauro, ritornato ai numeri di alcuni anni fa, e Taranto e Cagliari, che avevano attraversato un’importante crisi nel periodo della pandemia. 

Il trasporto marittimo è quindi tornato a respirare nel 2022, registrando anche una netta diminuzione del ritardo delle navi: dal 30,4% di navi in orario ad inizio 2022, si è riusciti ad arrivare al 56,6% a dicembre dello stesso anno.

In Marfreight, lavoriamo incessantemente per offrire ai nostri clienti le offerte migliori, grazie alle preziose partnership consolidate negli anni con i principali vettori di trasporto. 

Per maggiori informazioni, puoi contattarci qui, senza impegno.

Il 21 marzo, sul Financial Times è stata pubblicata la classifica Leader della Crescita in Europa 2023. Una lista che raccoglie le 1.000 aziende europee in più rapida crescita negli ultimi tre anni. 

Con nostro grande orgoglio, Marfreight è presente all’interno della lista come prima società italiana, in Europa, nel settore della Logistica e Trasporti. Un grande risultato che premia l’impegno di questi ultimi anni, la dedizione e la passione per la nostra attività e per il settore del Forwarding.

La graduatoria è stata stilata in collaborazione con Statista, istituto tedesco leader nella certificazione dei dati economici, e ha coinvolto le aziende presenti in 34 Paesi (tra cui Europa, Regno Unito, Svizzera e altri), analizzate in base al tasso di crescita annuale formato dai ricavi ottenuti nel periodo compreso tra il 2018 e il 2021.

Leader della Crescita 2023: le aziende migliori, nonostante la pandemia

Si tratta per noi di un risultato importantissimo, segno del grande impegno profuso nel settore, anche e nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia. In più di un anno di emergenza da Covid-19, le aziende di tutta Europa hanno subito un duro colpo, dovuto in parte alle interruzioni della catena di fornitura globale. 

Il tasso di crescita minimo per essere inclusi all’interno dell’elenco delle mille aziende Europee leader della crescita, è stato del 36,2%. Noi di Marfreight abbiamo registrato un tasso di crescita assoluto del 45,0% e un tasso di crescita annuo composto (CAGR) dell’81,2%.

Le previsioni ci dicono che anche per il prossimo anno la nostra azienda potrebbe replicare la presenza all’interno della classifica. 

Questo risultato si aggiunge a un altro riconoscimento ottenuto: l’inserimento della nostra azienda tra i “Leader della Crescita 2022”, la classifica stilata da Statista e pubblicata sul Sole 24 Ore, che ha raccolto le aziende italiane che nel triennio 2017-2020 sono cresciute di più in termini di fatturato e di personale impiegato. 

Ringraziamo innanzitutto i nostri partner che, ogni giorno, si affidano a noi, scegliendo i nostri servizi. Ma anche e soprattutto tutte le persone che compongono il team di Marfreight: professionisti che investono impegno, dedizione, passione ed energie per offrire ai nostri clienti sempre le migliori soluzioni possibili. 

In questi ultimi mesi si parla sempre di più di un nuovo approccio al mercato globale che prende il nome di Friend Shoring. 

Complice la crisi dei mercati scaturita da eventi di portata mondiale come la Pandemia e la guerra in Ucraina, i Paesi hanno sperimentato sulla propria pelle la necessità di diversificare le catene di approvvigionamento, per rendere le proprie economie meno soggette a rischi esterni. Il Friend Shoring è l’approccio scelto dagli Usa: uno strumento volto a promuovere la resilienza economica, ricollocando le catene di approvvigionamento presso Paesi definiti “amici”. 

Friend Shoring: significato ed effetti sul mercato

In realtà è una soluzione che gli Stati Uniti hanno deciso di adottare già prima dello scoppio della guerra in Ucraina. 

In buona sostanza, si tratta di rilocalizzare alcune fasi della produzione in Paesi che condividono lo stesso sistema di valori, o di interessi, e l’allineamento geopolitico del Paese di riferimento. 

Facciamo un esempio concreto: l’amministrazione Biden ha iniziato a limitare le importazioni dei beni prodotti nello Stato dello Xinjiang, tra cui cotone e pomodori, perché il governo di Pechino ha perpetrato violazioni dei diritti umani contro gli Uiguri e altre minoranze etniche e religiose. 

Un approccio quindi volto alla sostenibilità, che potrebbe avere importanti effetti sul commercio internazionale di quei Paesi che hanno da sempre stretto accordi commerciali con tutti. 

I rischi del mercato globale che spingono verso il friend shoring

La necessità di un approccio al Friend Shoring parte dal bisogno di difendere l’integrazione economica globale, fornendo una maggiore affidabilità nella fornitura di beni da cui le varie economie mondiali dipendono. 

Sono tre i rischi maggiori dei rapporti commerciali che Pandemia e guerre hanno portato alla luce: 

  1. l’eccessiva concentrazione della produzione di beni critici in un particolare mercato, che rende le catene vulnerabili e potenzialmente pericolose; 
  2. i rischi geopolitici che, per esempio, hanno permesso alla Russia di condizionare i mercati mondiali attraverso il controllo del trasporto del gas naturale e dei depositi di grano;
  3. la presenza di catene di approvvigionamento che violano i diritti umani fondamentali. 

Il Friend Shoring dovrebbe costituire una risposta a queste criticità, rendendo il mercato globale più sicuro e sostenibile. 

La posizione dell’Italia

Il nostro Paese sembra aver già iniziato a perseguire la sua strada orientata al friend shoring. Il 2022 ha visto un intensificarsi degli scambi con i Paesi Europei, il Nord America e i Paesi del Mediterraneo. Secondo gli ultimi dati Censis, infatti, 364,4 miliardi di euro di esportazioni italiane nel mondo, nei primi 7 mesi del 2022, il 78,8% è stato proprio di tipo friend shoring

Non tutti sono convinti che il Friend Shoring sia realmente sostenibile. Secondo alcune voci del settore economico, questo tipo di approccio potrebbe accrescere il divario tra i Paesi Occidentali e quelli in via di Sviluppo. Tuttavia, il cambiamento è già iniziato. L’anno appena trascorso ha evidenziato le fragilità di un mercato globale che non ha tenuto conto dei fattori ambientali e umani  coinvolti nei processi produttivi. Quello stesso mercato su cui incombe lo spettro del cambiamento climatico.

Presto, potrebbe entrare in vigore un dazio ambientale che interesserà i beni industriali importati da Paesi Terzi sul mercato comunitario che, per la loro produzione, hanno provocato un notevole volume di emissioni. 

Si tratta della prima volta al mondo in cui l’Unione Europea imporrà una misura così rilevante, a tutela dell’ambiente. 

L’accordo, noto come Carbon Border Adjustment Mechanism (Cbam), è stato raggiunto il 13 dicembre, nel corso di un negoziato che ha coinvolto i membri del Consiglio Europeo e del Parlamento Europeo. 

Di natura “provvisoria e condizionale”, l’accordo rimane ancora parziale, in attesa di un nuovo negoziato. 

Perché un dazio ambientale sui beni importati?

L’obiettivo della misura è quello di contrastare il cosiddetto Dumping ambientale

Il dumping ambientale è quella pratica che consente alle grandi imprese appartenenti a Paesi Terzi, di immettere sul mercato europeo beni a un prezzo nettamente inferiore a quello di mercato e prodotti in contesti in cui non vige una normativa stringente a tutela dell’ambiente. 

Come funzionerà la misura

I soggetti che importeranno merci sul mercato comunitario dovranno dichiarare le emissioni legate al processo produttivo dei beni importati. Se superano gli standard imposti dall’UE, dovranno acquistare certificati di emissioni corrispondenti al prezzo della CO2 che sarebbe stato pagato se le merci fossero state prodotte secondo le regole ETS (European Union Emissions Trading System). 

L’applicazione del dazio interesserà inizialmente determinati settori: acciaio, alluminio, cemento, elettricità e fertilizzanti. A questi è stato poi aggiunto anche l’idrogeno e alcuni prodotti derivati. È attualmente al vaglio la possibilità di inserire nell’elenco i polimeri e beni appartenenti al settore della chimica organica. 

Quando entrerà in vigore il dazio ambientale

Le tempistiche dell’efficacia della misura non sono ancora chiare. Consiglio e Commissione spingono per un’entrata in vigore su 10 anni, a partire dal 2026. Il Parlamento, invece, opta per posticipare le tempistiche tra il 2027 e il 2032. In ogni caso, non potrà essere operativo prima di ottobre 2023, quando dovrebbe iniziare la fase di transizione. 

La decisione dipenderà dai negoziati che riguarderanno la riforma del mercato delle emissioni nocive ETS. La riforma potrebbe gradualmente portare all’abolizione dei certificati gratuiti distribuiti alle imprese più inquinanti. 

Il meccanismo così come pensato, quindi, dovrebbe consentire di applicare lo stesso costo della CO2, sia alle imprese straniere che a quelle europee. 

Lo ha spiegato lo stesso presidente della Commissione Ambiente dell’Europarlamento, Pascal Canfin: “Garantiremo un trattamento equo tra le nostre aziende, che pagano un prezzo del carbonio in Europa, e i loro concorrenti stranieri, che non lo fanno, facendo di più per il clima proteggendo le nostre aziende e i posti di lavoro”.

La pesatura VGM è una procedura essenziale nel trasporto delle merci via mare

L’acronimo adoperato, VGM, sta per Verified Gross Mass e si riferisce alla massa lorda verificata di un container. Il dato, infatti, si ricava dalla somma del peso netto della merce e della tara dei container. 

Si tratta di un dato obbligatorio da comunicare nel trasporto internazionale delle merci via mare. Ecco perché la pesatura VGM deve essere accurata e non può essere approssimativa. 

L’obbligo della pesatura risale al primo luglio del 2016, da un emendamento al capitolo VI della SOLAS (Safety of Life at Sea), la convenzione internazionale dell’IMO (Organizzazione Marittima Internazionale), stipulata dopo l’incidente del Titanic. 
In particolare, l’emendamento riguarda il trasporto dei carichi e punta a migliorare la sicurezza in mare e, nello specifico, la salvaguardia delle vite umane. Questo sistema, infatti, è finalizzato a fornire dati certi e affidabili sul calcolo del carico delle navi. 

Come si calcola la pesatura VMG?

Secondo la normativa VGM, il sistema di pesatura può avvenire in due modalità differenti. 
Il primo prevede che il container già pieno venga pesato dopo essere stato caricato, chiuso e sigillato, su pesa certificata privata o pubblica. Al valore viene poi detratto il peso del veicolo, del rimorchio e del carburante presente nel serbatoio.

Il secondo metodo, invece, consente di ricavare il valore VGM dalla somma del peso della merce caricata, dei materiali di rizzaggio e imballaggio e della tara del container utilizzato. 
Qualsiasi sia il metodo adoperato, il sistema di misurazione deve rispettare i requisiti standard del Paese in cui viene effettuata l’operazione. 

Perché è un’operazione essenziale?

Senza VGM il container non può essere caricato sulla nave. L’operazione è quindi essenziale per il sicuro e corretto trasporto internazionale delle merci via mare. 

Per evitare possibili ritardi dovuti all’assolvimento di alcune delle procedure richieste nella SOLAS, come la pesatura delle merci, Marfreight assiste i propri clienti in ogni fase del servizio di trasporto, trasmettendo al vettore marittimo, in tempo utile, tutte le informazioni sul carico. Questo consentirà di ottimizzare i tempi di trasporto, evitando eventuali incidenti o difficoltà.

Spedizioni internazionali via mare, settimanali e dirette, in grado di raggiungere gli Stati Uniti, da Salerno, in soli 12 giorni. Una nuova scommessa che ha avuto il via ufficiale lo scorso primo ottobre. 

Proprio in quella data, infatti, la nave full container Velika Express è salpata dal porto di Salerno, inaugurando la nuova linea di collegamento ultra veloce, con scali diretti a New York, Norfolk e Savannah. 

Un’opportunità in grado di rendere la Campania snodo centrale del commercio con gli States e che arriva in un momento particolare, che ha visto una diminuzione del traffico del 15% proprio nel porto di Salerno, nei primi sei mesi del 2022.

La nave Cargo della tedesca Hapag Lloyd è, fino a oggi, la linea più veloce in grado di collegare l’Italia al Nuovo Continente. Un tragitto fast che fa da apripista ai nuovi collegamenti con il Regno Unito e il Nord Europa che, invece, partiranno verso metà mese. 

Il trasporto marittimo veloce Salerno-New York è una grande opportunità per l’agroindustria italiana, e in particolare per quella campana, che ha nel mercato statunitense un importante interlocutore commerciale. La rapidità dei nuovi collegamenti, infatti, assicura un elemento di grande competitività per l’economia italiana, trainata proprio dall’agroalimentare. 

Nei giorni scorsi, Giovanni De Angelis, direttore generale dell’Anicav, Associazione nazionale dei conservieri italiani, ha evidenziato come, per il trasporto via mare, il porto di Salerno sia strategico, rappresentando proprio il primo scalo per il settore delle conserve. Le conserve di pomodoro, per fare un esempio, dirette sulle tavole americane, inglesi o dei Paesi del Nord Europa, partono tutti da qui.

Il caro noli a cui abbiamo assistito, l’aumento del costo dell’energia e di tutte le componenti di costo, hanno messo a dura prova il settore conserviero. Navi più veloci, e più convenienti, potrebbero alleviare la situazione. A patto che si lavori anche in termini di azioni e di investimenti infrastrutturali per potenziale la logistica integrata. 

Vuoi saperne di più? Contattaci, senza impegno, per avere la migliore quotazione per il tuo trasporto marittimo internazionale.