Spedizioni italiane e inflazione, qual è la situazione? Uno sguardo di insieme lo ha fornito l’ultimo Fedespedi Economic Outlook, pubblicato lo scorso marzo.
Secondo il report, le incertezze economiche legate alla guerra in Ucraina potrebbero estendere i loro effetti anche in questo 2023.
In particolare, in merito alle spedizioni italiane, preoccupa l’aumento dell’inflazione.
L’aumento dell’inflazione che preoccupa le spedizioni italiane
Il report mostra come, nonostante i vari fattori di crisi, il 2022 sia stato un anno meno negativo del previsto, anche grazie alle adeguate contromisure prese attraverso le politiche di sostegno alle imprese.
Le previsioni per il 2023, però, si mostrano ancora prudenti, anche a causa della persistente instabilità della situazione geopolitica mondiale e delle spinte inflazionistiche che hanno portato a un conseguente rialzo dei tassi.
Nel mese di gennaio, infatti, i prezzi al consumo hanno registrato un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 10,1% rispetto a gennaio 2022, una crescita legata principalmente ai costi dei beni energetici.
Un’interessante considerazione deve essere fatta anche in merito all’andamento altalenante dell’ecommerce che, nel 2022, a picchi negativi ha visto affiancarsi dei periodi di exploit.
Lo stato delle catene logistiche globali viene mostrato, invece, dal Global Supply Chain Pressure Index (GSCPI), pubblicato dalla Federal Reserve Bank di New York, che mostra una moderata flessione a gennaio 2023.
Qual è invece la situazione del traffico container nei porti italiani?
Secondo le prime stime, nel 2022, dovrebbe aver registrato un aumento del 2,4% rispetto all’anno precedente, attestandosi intorno agli 11,5 Mio.Teu. L’incremento ha riguardato un po’ tutti i porti maggiori, in particolar modo i porti di Savona e Ravenna. Un trend che, però, non ha interessato porti come quello di Genova, La Spezia e Salerno, che hanno mostrato, invece, un leggero calo.
La crescita ha toccato anche i porti di transhipment, come Gioia Tauro, ritornato ai numeri di alcuni anni fa, e Taranto e Cagliari, che avevano attraversato un’importante crisi nel periodo della pandemia.
Il trasporto marittimo è quindi tornato a respirare nel 2022, registrando anche una netta diminuzione del ritardo delle navi: dal 30,4% di navi in orario ad inizio 2022, si è riusciti ad arrivare al 56,6% a dicembre dello stesso anno.
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