In questi ultimi mesi si parla sempre di più di un nuovo approccio al mercato globale che prende il nome di Friend Shoring.
Complice la crisi dei mercati scaturita da eventi di portata mondiale come la Pandemia e la guerra in Ucraina, i Paesi hanno sperimentato sulla propria pelle la necessità di diversificare le catene di approvvigionamento, per rendere le proprie economie meno soggette a rischi esterni. Il Friend Shoring è l’approccio scelto dagli Usa: uno strumento volto a promuovere la resilienza economica, ricollocando le catene di approvvigionamento presso Paesi definiti “amici”.
Friend Shoring: significato ed effetti sul mercato
In realtà è una soluzione che gli Stati Uniti hanno deciso di adottare già prima dello scoppio della guerra in Ucraina.
In buona sostanza, si tratta di rilocalizzare alcune fasi della produzione in Paesi che condividono lo stesso sistema di valori, o di interessi, e l’allineamento geopolitico del Paese di riferimento.
Facciamo un esempio concreto: l’amministrazione Biden ha iniziato a limitare le importazioni dei beni prodotti nello Stato dello Xinjiang, tra cui cotone e pomodori, perché il governo di Pechino ha perpetrato violazioni dei diritti umani contro gli Uiguri e altre minoranze etniche e religiose.
Un approccio quindi volto alla sostenibilità, che potrebbe avere importanti effetti sul commercio internazionale di quei Paesi che hanno da sempre stretto accordi commerciali con tutti.
I rischi del mercato globale che spingono verso il friend shoring
La necessità di un approccio al Friend Shoring parte dal bisogno di difendere l’integrazione economica globale, fornendo una maggiore affidabilità nella fornitura di beni da cui le varie economie mondiali dipendono.
Sono tre i rischi maggiori dei rapporti commerciali che Pandemia e guerre hanno portato alla luce:
- l’eccessiva concentrazione della produzione di beni critici in un particolare mercato, che rende le catene vulnerabili e potenzialmente pericolose;
- i rischi geopolitici che, per esempio, hanno permesso alla Russia di condizionare i mercati mondiali attraverso il controllo del trasporto del gas naturale e dei depositi di grano;
- la presenza di catene di approvvigionamento che violano i diritti umani fondamentali.
Il Friend Shoring dovrebbe costituire una risposta a queste criticità, rendendo il mercato globale più sicuro e sostenibile.
La posizione dell’Italia
Il nostro Paese sembra aver già iniziato a perseguire la sua strada orientata al friend shoring. Il 2022 ha visto un intensificarsi degli scambi con i Paesi Europei, il Nord America e i Paesi del Mediterraneo. Secondo gli ultimi dati Censis, infatti, 364,4 miliardi di euro di esportazioni italiane nel mondo, nei primi 7 mesi del 2022, il 78,8% è stato proprio di tipo friend shoring.
Non tutti sono convinti che il Friend Shoring sia realmente sostenibile. Secondo alcune voci del settore economico, questo tipo di approccio potrebbe accrescere il divario tra i Paesi Occidentali e quelli in via di Sviluppo. Tuttavia, il cambiamento è già iniziato. L’anno appena trascorso ha evidenziato le fragilità di un mercato globale che non ha tenuto conto dei fattori ambientali e umani coinvolti nei processi produttivi. Quello stesso mercato su cui incombe lo spettro del cambiamento climatico.