Da anni, gli armatori stanno lavorando per raggiungere l’ambizioso obiettivo di uno shipping a zero emissioni. Un obiettivo che non può più essere rimandato.
In tal senso, l’International Chamber of Shipping (ICS), la principale associazione commerciale internazionale dell’industria navale, ha proposto la creazione di un fondo del valore di 5 miliardi di dollari, per finanziare l’innovazione tecnologica necessaria alla riduzione delle emissioni.
La proposta per la creazione del fondo è stata presentata per la prima volta nel 2019. Lo scorso anno, ha ricevuto il supporto dei principali Paesi marittimi, tra cui Danimarca, Grecia, Giappone, Panama, Singapore e Regno Unito. Oltre ad altre nazioni in via di sviluppo, come Liberia, Nigeria e Palau.
Shipping a zero emissioni: l’impegno degli armatori
Affinché si possa raggiungere una reale decarbonizzazione del settore marittimo, è necessaria una spinta decisa nella creazione e utilizzo di nuove tecnologie e combustibili sostenibili
Gli armatori, dal canto loro, si stanno impegnando per avere delle navi più green. Un lavoro che, però, risulta rallentato dalla scarsa disponibilità di carburanti alternativi, dalla mancanza di infrastrutture per i rifornimenti e dalla creazione di condizioni, normative e burocratiche, volte ad accogliere in maniera incisiva il cambiamento green.
A rallentare l’impegno dei membri dell’Ics anche la mancata decisione dell’Imo (International Maritime Organization) proprio in merito al fondo da 5 miliardi di dollari. Fondo che gli armatori sarebbero disposti a finanziare di tasca propria, con una tassazione di 2 dollari a tonnellata, da applicare al bunkeraggio marittimo.
La voce di Confitarma
Mario Mattioli, presidente Confitarma (Confederazione Italiana Armatori), ha più volte fatto presente che l’industria armatoriale ha già messo in campo una serie di soluzioni e investimenti per favorire la riduzione delle emissioni. Un esempio è l’impiego di Gpl come combustibile alternativo, l’uso di batterie durante la sosta delle navi al porto, il Cold ironing.
Il governo, ha precisato il presidente Confitarma, ha già fatto un passo in questa direzione, con i 500 milioni di risorse del PNRR, destinati a rendere più green la flotta italiana. Il rischio è, però, che da quella somma, riservata attualmente solo al settore cabotiero nel Mediterraneo, possa rimanere esclusa un’importante fetta delle navi di imprese che sono radicate in Italia e che da tempo stanno lavorando per costruire il loro percorso verso la sostenibilità.
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