Buone notizie dal fronte caro noli. Continua il trend in discesa del costo del nolo dei container sulle principali tratte del trasporto marittimo.

Dopo un lungo periodo in cui i prezzi erano aumentati anche di 3-4 volte, penalizzando fortemente , tra gli altri, i porti campani, all’inizio di questa estate le quotazioni dei trasporti via mare su container sono iniziate a diminuire.

Alla fine di luglio, il caro noli ha invertito la sua tendenza, subendo un ribasso che ha consentito di sfondare la soglia psicologica dei 10 mila dollari, per box da 40 piedi. In particolare, il calo marcato delle quotazioni ha interessato anche le tratte via mare di trasporto merci da e verso la Cina, tra cui anche le rotte che interessano l’Italia.

Nella rotta Shanghai-Rotterdam, secondo Drewry, la società di consulenza indipendente per la ricerca marittima, il calo dei prezzi è stato così marcato da aver reso nuovamente conveniente il transito delle merci attraverso il Mediterraneo, rispetto ai porti del Nord Europa.

Un trend che si inserisce all’interno di un quadro generalizzato di una sostanziale stabilità, tendente leggermente al ribasso.

Caro noli: prospettive future

Secondo Peter Berglund, amministratore delegato di Xeneta, società di analisi specializzata in spedizioni marittime, l’andamento del settore sul medio-lungo periodo potrebbe essere influenzato, però, da alcuni fattori. Tra cui, il perdurare di problemi nelle catene di approvvigionamento, le continue iniziative sindacali che si stanno verificando nei principali porti di Germania, Regno Unito e Stati Uniti, lockdown dovuti al Covid in Cina e i bassi livelli di acqua causati dai cambiamenti climatici sul Reno. Tutti fattori, secondo la società di analisi norvegese, che vanno tenuti sotto osservazione per comprendere e anticipare l’andamento del mercato e dei relativi prezzi.

Il giusto partner per sicurezza e convenienza

Marfreight opera da sempre al fianco dei propri clienti, offrendo la soluzione migliore in termini di sicurezza, convenienza e professionalità.
Le nostre quotazioni seguono, naturalmente, l’andamento dei mercati: in queste ultime settimane infatti stiamo offrendo ai nostri clienti dei listini aggiornati, ma ci impegniamo costantemente per studiare le soluzioni ideali, più vantaggiose e sicure, anche in periodi di difficoltà del settore.

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Continua il dibattito sulla transizione ecologica dello shipping e sulla parte svolta dai protagonisti di settore nel percorso verso la sostenibilità ambientale.

Nel corso dell’assemblea annuale di Assarmatori, il Presidente, Stefano Messina, ha ribadito la posizione degli armatori, non nascondendo alcune perplessità: “Noi stiamo dimostrando di essere pronti, come armatori, ad adeguare le flotte, per conseguire gli obiettivi in tema di riduzione delle emissioni stabiliti dall’IMO e dall’Unione Europea. Ma riscontriamo un mancanza di soluzioni tecnologiche e di carburanti alternativi disponibili e sostenibili, nonché delle relative reti di distribuzione nei porti”.

Ricordiamo, infatti, come più volte gli armatori abbiano evidenziato gli sforzi compiuti verso una decarbonizzazione del trasporto marittimo, a partire dal fondo da 5 miliardi di dollari destinato a finanziare l’innovazione tecnologica che serve per ridurre le emissioni.

I rischi di una transizione ecologica mal studiata

Il problema è che il settore non è tecnologicamente pronto ad accogliere il cambiamento. Almeno non ancora. Secondo Messina, infatti, la spinta data da Bruxelles attraverso le nuove regole dell’IMO e del pacchetto it for 55 potrebbe avere l’effetto contrario sul comparto, producendo non pochi problemi, tra cui maggiori costi dei collegamenti marittimi con le isole, la necessità di abbassare la velocità delle navi, con conseguente riduzione dell’offerta di servizi, e la perdita di competitività degli scali.

Un problema confermato anche nell’intervento di Achille Onorato, AD di Moby, che durante l’assemblea ha sottolineato il rischio di andare incontro a una “sostenibilità insostenibile”. Nonostante la richiesta di investimenti green al comparto, ad oggi, afferma, non esiste una tecnologia che consenta un’inversione di rotta decisa sui combustibili adoperati dalle unità navali. Un cold ironing senza combustibili green rischia infatti di rendere le navi poco competitive, rallentando di fatto il percorso di decarbonizzazione intrapreso.

La risposta del ministro Giovannini

In merito è intervenuto anche il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, che ha ribadito la necessità di delineare una strada chiara e univoca, per non sprecare i finanziamenti destinati alla transizione ecologica del trasporto marittimo. Il ministro ha infatti riconosciuto che lo Stato non potrà finanziare ogni soluzione, sarà quindi opportuno effettuare analisi precise ed equilibrate, per ottimizzare tempi e fondi.
In attesa di capire quale potrà essere la strada che prenderà la transizione ecologica dello shipping, ha ribadito il ministro, “dobbiamo spingere sul refitting dei mezzi attuali, per fare in modo che inquinino meno. Un obiettivo che vogliamo perseguire grazie ai 500 milioni di euro stanziati nel Fondo complementare al PNNR, e che otterrà altre risorse anche in futuro, per portare avanti questo percorso anche oltre il 2027”.

Intermodalità come elemento centrale in una strategia di sostenibilità ambientale ed economica dei trasporti. È questa la strada sempre più dibattuta per dare una svolta concreta al taglio delle emissioni nel settore. Una strada che coinvolge il sistema di collegamento porti-interporti italiano e che potrebbe dare una spinta importante alla crescita strategica dell’Italia nel trasporto internazionale. 

Intermodalità come leva per la decarbonizzazione del trasporto e non solo

Il settore dei trasporti, in Italia, è direttamente responsabile del 25,2% delle emissioni di gas a effetto serra e del 30,7% delle emissioni di CO2. 

Una situazione su cui è assolutamente necessario intervenire. Non solo perché la politica internazionale e l’ambiente chiedono cambiamenti orientati alla sostenibilità, ma anche perché gli equilibri produttivi mondiali stanno cambiando. 

Il riavvicinamento delle attività produttive, infatti, potrebbe presto determinare un aumento di volume degli scambi commerciali all’interno dell’Europa. Scambi che interesseranno anche l’Italia e che non potranno essere sostenuti solo con il trasporto su gomma. Secondo i vertici politici italiani, la soluzione a questo problema potrebbe risiedere nell’intermodalità. 

Marebonus e Ferrobonus per sostenere l’intermodalità

Ne è profondamente convinto il Ministro Giovannini secondo cui: “L’intermodalità marittima e ferroviaria diventa fondamentale, rappresentando non più una scelta, ma la vera alternativa se si vuole coniugare la sostenibilità sociale ed economica con l’ambiente”. 

Una soluzione logistica integrata in cui autostrade del mare e ferrovie consentirebbero di spostare il trasporto su medie e lunghe distanze verso navi e treni. 

Una strada che il governo sta iniziando a percorrere anche attraverso degli interventi di finanziamento. È lo stesso Giovannini a spiegarlo: «Grazie al marebonus, al ferrobonus e agli investimenti infrastrutturali abbiamo l’opportunità di fare quel famoso shift modale di cui abbiamo parlato per tanti anni». Incentivi statali che sono stati appena rifinanziati dal governo con ulteriori 38,5 milioni di euro per il 2022. 

Intermodalità marittima e ferroviaria: la centralità degli interporti

Gli interporti sono delle infrastrutture dedicate allo scambio modale e all’interconnessione tra le reti. Si tratta di strutture che assumono un ruolo importante all’interno della supply-chain e che, quindi, potrebbero rappresentare la chiave di volta in una strategia di sostenibilità ambientale incentrata sull’intermodalità. 

L’Italia è dotata di una rete di interporti eccellente: 26 infrastrutture situate in posizioni strategiche, su grandi corridoi internazionali che fungono da scenario per gli scambi commerciali con gli altri Paesi. Pensiamo, ad esempio, al corridoio Balcanico-Mediterraneo, a quello Scandinavo-Mediterraneo, a quello che collega il Reno alle Alpi. Puntare a uno sviluppo di queste infrastrutture consentirebbe al nostro Paese di guadagnare un ottimo vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti europei più importanti. 

La sfida per il nostro Paese è spingere i nostri porti a collegarsi alle zone produttive, incentivando il traffico ferroviario, in modo da poter sfruttare al massimo  le proprie potenzialità di crescita. 

L’impegno di Marfreight verso la sostenibilità

L’intermodalità, e soprattutto la possibilità di sfruttare la posizione strategica degli interporti italiani è la strada privilegiata non solo per garantire quel taglio delle emissioni di cui il comparto ha bisogno, ma anche per offrire un servizio di trasporto veloce e vantaggioso.

 

Nel nostro ruolo di supporto alle aziende durante la pianificazione delle spedizioni, noi di Marfreight prestiamo molta attenzione anche a questi dettagli, proponendo tra le nostre soluzioni anche i collegamenti intermodali. Lo facciamo non solo per offrire un servizio il quanto più conforme alle aspettative e alle esigenze dei nostri clienti, ma per poter dare il nostro contributo al percorso di sostenibilità che il comparto ha iniziato a intraprendere.

Da anni, gli armatori stanno lavorando per raggiungere l’ambizioso obiettivo di uno shipping a zero emissioni. Un obiettivo che non può più essere rimandato. 

In tal senso, l’International Chamber of Shipping (ICS), la principale associazione commerciale internazionale dell’industria navale, ha proposto la creazione di un fondo del valore di 5 miliardi di dollari, per finanziare l’innovazione tecnologica necessaria alla riduzione delle emissioni. 

La proposta per la creazione del fondo è stata presentata per la prima volta nel 2019. Lo scorso anno, ha ricevuto il supporto dei principali Paesi marittimi, tra cui Danimarca, Grecia, Giappone, Panama, Singapore e Regno Unito. Oltre ad altre nazioni in via di sviluppo, come Liberia, Nigeria e Palau.

Shipping a zero emissioni: l’impegno degli armatori

Affinché si possa raggiungere una reale decarbonizzazione del settore marittimo, è necessaria una spinta decisa nella creazione e utilizzo di nuove tecnologie e combustibili sostenibili 

Gli armatori, dal canto loro, si stanno impegnando per avere delle navi più green. Un lavoro che, però, risulta rallentato dalla scarsa disponibilità di carburanti alternativi, dalla mancanza di infrastrutture per i rifornimenti e dalla creazione di condizioni, normative e burocratiche, volte ad accogliere in maniera incisiva il cambiamento green. 

A rallentare l’impegno dei membri dell’Ics anche la mancata decisione dell’Imo (International Maritime Organization) proprio in merito al fondo da 5 miliardi di dollari. Fondo che gli armatori sarebbero disposti a finanziare di tasca propria, con una tassazione di 2 dollari a tonnellata, da applicare al bunkeraggio marittimo. 

La voce di Confitarma

Mario Mattioli, presidente Confitarma (Confederazione Italiana Armatori), ha più volte fatto presente che l’industria armatoriale ha già messo in campo una serie di soluzioni e investimenti per favorire la riduzione delle emissioni. Un esempio è l’impiego di Gpl come combustibile alternativo, l’uso di batterie durante la sosta delle navi al porto, il Cold ironing. 

Il governo, ha precisato il presidente Confitarma, ha già fatto un passo in questa direzione, con i 500 milioni di risorse del PNRR, destinati a rendere più green la flotta italiana. Il rischio è, però, che da quella somma, riservata attualmente solo al settore cabotiero nel Mediterraneo, possa rimanere esclusa un’importante fetta delle navi di imprese che sono radicate in Italia e che da tempo stanno lavorando per costruire il loro percorso verso la sostenibilità. 

 

La sostenibilità del comparto marittimo è da sempre un tema molto caro a noi di MarFreight. Per questo, nel nostro ruolo di supporto alle aziende nella pianificazione delle spedizioni, cerchiamo di scegliere dei partner che, oltre a essere la migliore soluzione per le esigenze dei nostri clienti, si impegnano attivamente a sostenere progetti per la tutela dell’ambiente 

I trasporti marittimi, soprattutto nel meridione, stanno subendo un duro colpo legato al caro noli. Il problema dell’aumento di prezzi per la movimentazione via mare di container affonda le sue radici già nella seconda metà del 2020. Tuttavia, se è vero che la problematica ha riguardato un po’ tutti i trasporti marittimi mondiali, è però in questa primavera 2022 che i porti campani hanno iniziato a subire il colpo più duro.

L’allarme arriva da alcuni dei principali imprenditori meridionali che operano nel settore agroalimentare e che più di tutti stanno subendo le conseguenze di questa situazione. 

Caro noli: aumenti fino a +300%

Se guardiamo alla capacità di gestire le esportazioni dal nostro paese verso paesi ad economia matura, ci rendiamo conto che i costi dei trasporti sono aumentati anche di 3/4 volte, con modifiche peggiorative sui servizi che eravamo soliti ricevere.

Un peggioramento che mette in grave difficoltà l’economia meridionale, che ai trasporti marittimi affida la distribuzione di pasta e pomodoro e altri prodotti della filiera agroalimentare.

Il caro noli, infatti, grava sul compratore estero che si trova a pagare un prezzo maggiore, vedendo i prodotti italiani sempre meno competitivi sui propri mercati. Anche se il 2020 ha registrato un leggero calo, i trasporti marittimi, oggi, restano il principale veicolo del commercio internazionale: il 90% delle merci transita in mare. 

Le imprese che hanno sempre caricato le proprie merci su navi in partenza dai moli di Napoli e Salerno sono oggi in gravi difficoltà. Prodotti eccellenza del Made in Italy agroalimentare rischiano di dover ridurre le esportazioni. 

Una situazione causata in parte dalla disponibilità di pochi mezzi (alcune navi non sono adeguate alle normative green) e in parte da una domanda di spazi in crescita. 

La soluzione offerta da Marfreight

Nei trasporti marittimi internazionali, affidarsi a un partner competente può essere la scelta giusta per chi non vuole commettere errori e avere la soluzione migliore in termini di convenienza e professionalità.

Le quotazioni dei noli che noi di Marfreight proponiamo risultano essere altamente competitive rispetto a un mercato che, abbiamo visto, sta facendo lievitare i prezzi alle 

stelle. Facciamo di tutto per offrire ai nostri partner contratti su base mensile, con rate che cercano di abbattere le difficoltà determinate dalla situazione storica del momento. 

Lavoriamo per dare le soluzioni migliori, anche sulle tratte che stanno subendo la percentuale maggiore di rincari. 

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Negli ultimi mesi abbiamo vissuto restrizioni, lockdown, contagi. Questa situazione ha impattato non solo sulla vita privata di ognuno, ma ha avuto conseguenze anche nel settore trasporti, a livello mondiale. Ci sono stati molti ritardi nelle consegne, soprattutto delle materie prime. Sappiamo bene che la logistica e i trasporti hanno bisogno di azioni e procedure organizzate, che se non vanno a buon fine rischiano di incidere sulle fasi successive. E provocare ritardi sull’intera filiera.
Cosa è successo in particolare nel mondo dei trasporti via mare

Tra le cause principali dei ritardi, ci sono le interminabili attese riscontrate nei porti della distribuzione mondiale. Tra lockdown portuali e procedure sempre più rigide per evitare contatti, i processi di imbarco e sbarco sono decisamente rallentati. La puntualità delle navi è passata dall’80% al 35%.
Di conseguenza le navi restano bloccate in attesa del loro turno nei porti, causando un ritardo nella consegna della merce. È possibile, ad esempio, che aziende di assemblaggio microchip e dispositivi elettronici non rispettino le deadline di consegna dei prodotti finiti perché mancano le principali materie prime con cui realizzare i prodotti. 

Quanto più un prodotto diventa raro tanto più il suo valore di mercato aumenta, facendo lievitare i prezzi. Questo vale sia per i prodotti, quanto per i trasporti stessi, che hanno subito un incremento non indifferente che incide naturalmente sul consumatore finale. Abbiamo visto aumentare i costi di import/export fino a 6-7 volte.
Inoltre, il 2020 e il 2021 sono stati caratterizzati anche da una mancanza molto più pratica: i container. Verso la fine del 2020 e l’inizio del 2021, era difficile (e quindi caro) trovare container da 40’ disponibili alla partenza. Fortunatamente, il problema sembra essere risolto, ma questo dimostra come il settore dei trasporti via mare sia influenzabile da mille e diversi fattori. 

Come riportato dal Review of Maritime Transport 2021, un documento ufficiale mondiale che analizza i cambiamenti e le prospettive future del trasporto marittimo, è chiaro che gli aspetti che influenzano le performance dei trasporti sono tanti e molteplici. In ogni caso però, è la pandemia ad aver avuto un peso maggiore nella crisi che stiamo assistendo in questo periodo: personale contagiato e costretto a casa, mancanza di un personale qualificato che possa sostituirlo, intere città e porti chiusi per il lockdown, un banale aumento della domanda dovuta alla crescita di e-commerce e acquisti. Tutti questi sono fattori che evidenziano le problematiche di un settore complesso e impegnativo. 

Nei trasporti internazionali è indispensabile affidarsi quindi a un consulente che abbia esperienza per ottenere il miglior risultato possibile, che sappia pianificare le vostre esigenze adattandole alle dinamiche in corso.

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La dedizione al lavoro, la passione che regna in Azienda, un team altamente specializzato… fattori che portano a risultati tangibili. E infatti con piacere che siamo felici di essere tra i “Leader della Crescita 2022” un importante riconoscimento del grande lavoro fatto in questi anni di attività e che ci riempie di soddisfazione e orgoglio. 

 

La classifica – stilata da Statista – e pubblicata lo scorso novembre su Il Sole 24 Ore, mette in fila 450 aziende italiane che nel triennio 2017 – 2020 sono cresciute sia in termini di fatturato che di personale impiegato. Il concorso, giunto alla quarta edizione, ha analizzato quasi 7000 aziende: siamo lieti di far parte anche noi delle realtà che hanno contribuito ad accelerare la svolta tecnologica del Paese. 

In Marfreight abbiamo affrontato un percorso di crescita su più fronti: non solo in termini di fatturato, ma anche e soprattutto dal punto di vista organizzativo. Il numero delle persone che ci accompagnano in questa avventura che è Marfreight è triplicato, le sedi sono raddoppiate, i Clienti aumentati… abbiamo creato una struttura organizzativa efficace per tutte le persone coinvolte in azienda, nonostante i problemi pandemici che ci hanno accompagnato negli ultimi mesi.

Stiamo crescendo sempre più e siamo felici che ciò sia stato confermato anche da Statista, infatti siamo tra le prime dieci aziende del settore Trasporti & Logistica ad aver affrontato un percorso di crescita e trasformazione che ci ha portato direttamente  tra le eccellenze del Paese. 

Il nostro obiettivo per il prossimo triennio? Continuare a essere sempre più strutturati e avere un’organizzazione con una visione ancora più ampia di quella attuale. 

La nostra sfida quotidiana è eccellere in quello che facciamo: essere costantemente aggiornati sulle pratiche doganali per offrire assistenza, supporto e consulenza ai nostri Clienti in tutta la supply chain logistica per il transito delle merci da e per l’Italia. 

Vuoi saperne di più su quello che facciamo? Leggi tutti i servizi che offriamo.

Consulenza, vicinanza, presenza: elementi cardini nella storia della nostra Azienda. 

Un racconto lungo quasi 10 anni: siamo una casa di spedizioni che opera come partner delle imprese, assistendole con competenza e professionalità nella pianificazione delle operazioni di spedizioni.

Progettiamo e organizziamo tutte le attività relative alla filiera del trasporto, dalla gestione e garanzia degli spazi sulle navi, al reperimento dell’equipment idoneo alla spedizione.

Un’azienda giovane che cresce al passo coi tempi

MarFreight è guidata da persone che hanno una profonda conoscenza del settore del trasporto marittimo: Luigi Frungillo, General Manager e Maria Fera, Operative Director, esperti che uniscono conoscenze e competenze per fornire una consulenza nel settore delle spedizioni e nell’ambito doganale adeguati per qualsiasi tipo di esigenza. A coadiuvare i top manager, collaboratori bilingue che con entusiasmo e professionalità accompagnano i Clienti nelle scelte più opportune al loro business.  

L’impegno e il lavoro costante ci ha consentito di fidelizzare i nostri clienti e di crescere con loro, ciò ci ha portato a rivedere l’intero assetto aziendale: da poche persone in azienda, a un Team strutturato, da una piccola sede nel napoletano al raddoppio degli uffici a Napoli e Bari. 

La nostra missione è dare supporto ai Clienti: il mondo delle spedizioni internazionali è complesso, non si riduce al semplice trasferimento di merci da un luogo all’altro, ma deve sottostare a precisi aspetti doganali, legali, commerciali e assicurativi. Tutto ciò potrebbe essere complesso per le aziende, ma con il nostro ausilio diventa più fluido e semplice. Ci occupiamo di tutta l’organizzazione commerciale e operativa: individuiamo i fornitori – ubicati in tutto il mondo – più adatti al business di ogni Cliente e lo guidiamo verso la scelta che bilancia economicità e ottimizzazione dei risultati.

A questa fase ne segue una più operativa: entriamo nel vivo della supply chain logistica producendo tutta la documentazione per il viaggio, espletando le formalità necessarie affinché la merce – di qualsiasi genere – possa essere movimentata con qualsiasi mezzo di trasporto terrestre, marittimo, aereo e intermodale.

 

Ci impegniamo a offrire soluzioni personalizzate, per migliorare i servizi di logistica e spedizione dei nostri Clienti. Vuoi saperne di più? Contattaci.